Le coppie di oggi sono sempre più fragili, ostili e impaurite, incapaci di affrontare in modo costruttivo conflitti e crisi coniugali legate alle varie fasi del ciclo di vita della famiglia.
Le separazioni spesso seguono la logica del vincitore e del vinto, con profonde ripercussioni emotive sia a livello degli adulti, smarriti di fronte a un “noi genitoriale” che sembra essersi disintegrato insieme al fallimento dell’intesa di coppia, che dei figli, spesso chiamati già in età evolutiva a dover compensare le lacune affettive dei grandi, pagando a caro prezzo la possibilità di veder riconosciuti i loro bisogni.
A tale nuovo panorama di coppie corrisponde fortunatamente una crescente capacità, da parte dei membri della coppia stessa, di richiedere aiuto psicoterapeutico.
Nella pratica clinica con le coppie il tema dei confini con le rispettive famiglie d’origine, se non arriva direttamente esplicitato nella richiesta di consulenza, emerge puntualmente nel corso dei primi colloqui di esplorazione. Specialmente con la nascita dei figli, il coinvolgimento delle famiglie d’origine - sia in termini di aiuto concreto che di attualizzazione dei modelli educativi da esse trasmessi - diventa preponderante e impatta con il livello di differenziazione di ciascun membro della coppia dalla propria famiglia d’origine.
La congiuntura sociale ed economica del presente, inoltre, ha intensificato il rischio di una dipendenza delle coppie dalle famiglie d’origine. Le generazioni anziane, infatti, oggi più che mai rappresentano una risorsa, sia perché spesso sono chiamate a svolgere la funzione di babysitter a tempo pieno per i nipoti, che per il frequente contributo economico che si ritrovano ad elargire per sostenere il nucleo familiare dei figli stessi che, pur lavorando, non riescono a mantenersi completamente.
Utilizzando l’immagine della bilancia, la differenziazione consiste nell’equilibrio dinamico fra appartenenza e separazione. L’appartenenza è il riconoscimento del legame al proprio sistema familiare, alle radici, alle tradizioni, ai valori e ai temi emotivi peculiari. L’uscita dalla propria famiglia d’origine e la costituzione di un legame di coppia hanno luogo grazie ad un’esperienza di separazione, ma tale processo separativo, sebbene possa apparire paradossale, può realmente essere messo in atto proprio grazie alla consapevolezza dell’appartenenza a tale matrice familiare. Pertanto ciascun individuo si presenta nella relazione di coppia con un determinato livello di differenziazione del sé dalla rispettiva famiglia d’origine, “con una sorta di valigia” contenente il patrimonio emotivo, affettivo e conoscitivo della propria storia familiare. Tale valigia può costituire un arricchimento individuale e di conseguenza nutrire il rapporto di coppia stesso, ma può, al contrario, anche gravare negativamente sullo spazio di coppia se è vissuta come un’intrusione o una zavorra.
Seguendo l’immagine di una casa a tre piani in cui dall’alto in basso si trovano, ben distinti, il piano dei nonni, quello della coppia e quello dei figli, nella pratica clinica si osservano gli scenari più diversificati rispetto a questa struttura funzionale di fondo, attraverso ascensori che salgono e scendono alterando i confini fra questi livelli. Ci sono nonni che assumono funzioni genitoriali con conseguente disorientamento nei nipoti per la confusione delle regole stabilite e disconoscimento dell’autorità propria dei genitori, genitori in conflitto in merito ai modelli educativi mutuati dalle rispettive famiglie d’origine, in una impossibilità di negoziazione che conduca alla fondazione di un modello congiunto e condiviso per i propri figli, figli che vivono dentro una sorta di “relazione invertita” di accudimento nei confronti dei propri genitori, che ricercano in loro quelle sicurezze che non ricevono dalla famiglia d’origine.
La terapia di coppia apre certamente la possibilità di rilevare queste distorsioni dei confini intergenerazionali, di prendere consapevolezza in merito alla dinamica relazionale fra i due partner a partire dalle rispettive storie evolutive familiari e di interrompere una trasmissione muta di modelli relazionali disfunzionali dentro catene generazionali che uniscono passato, presente e futuro.