Da 2 a 3: quando la coppia diventa famiglia. Un percorso non sempre facile

Coppia con bambino sotto la pioggia

L’arrivo di un figlio è una delle più grandi gioie che possiamo provare.

È anche uno dei momenti “spartiacque” all’interno della vita di coppia, il passaggio fondamentale in cui dal “tu ed io” si passa al “noi tre”.

Per quanto l’arrivo di un bambino sia stato voluto, desiderato, cercato fortemente, molte coppie entrano in crisi quando si affacciano alla vita genitoriale. Perché?

La prima risposta, e la più scontata, è che semplicemente ci si trova a “cambiare pelle” e cambiare ruoli.
Il marito, o compagno, diventa papà e la moglie, o compagna diventa mamma, con tutto quello che queste definizioni implicano.
Può sembrare scontato, ma questo non è un percorso necessariamente semplice.
La neo-mamma si ritrova portata istintivamente ad accudire il proprio figlio, sia dal punto di vista fisico che emotivo, ed il loro rapporto ha, nei primi periodi, un che di naturalmente simbiotico.

In questa fase, il neo-papà può provare forti sentimenti di esclusione, delusione e nostalgia, sentendosi tagliato fuori dal rapporto esclusivo tra mamma e bambino e impreparato ad affrontare sia le nuove responsabilità di genitore, che il cambiamento del menage di coppia, che non sarà più come prima.

Spesso, nella nostra esperienza di psicoterapeuti, ci è capitato di lavorare con coppie che utilizzavano spesso la parola crisi per definire l’insieme di difficoltà che avevano incontrato dopo la nascita di un figlio e che le avevano portate a cercare un aiuto professionale.

Che il passaggio da coppia a famiglia sia un momento di crisi è fuor di dubbio: ma sarebbe utile intenderlo nel significato originale della parola greca krisis, cioè cambiamento, separazione da uno stato precedente e decisione.
Ogni componente del contesto coppia si trasforma e quindi non sarà più uguale a come era, come non lo sarà la gestione del tempo insieme, delle energie e delle attenzioni.

Quali fattori aiutano a prevenire una crisi di coppia dopo l’arrivo di un bambino?

  • accettare che si possano provare stanchezza, rabbia, smarrimento e delusione
  • aiuto e sostegno, da parte del papà, verso la neo-mamma
  • capacità della mamma di far entrare progressivamente il papà all’interno della diade madre-figlio, evitando di “fare coppia” col bambino
  • salvaguardia di spazi esclusivamente di coppia, anche con il ricorso all’aiuto esterno (nonni, tate, babysitter)
  • comunicare i propri stati d’animo apertamente e sinceramente
  • possibilità per la mamma di potersi prendere cura di sé e ritrovare la propria dimensione di donna e compagna

Il passaggio più importante di questo percorso è la capacità di re-imparare a parlarsi, al di là della nuova organizzazione familiare, che all’inizio potrà sembrare caotica e irrisolvibile.

La vita di coppia è caratterizzata da alcune dimensioni peculiari, come quella della complicità, dell’intesa romantico-erotica e della solidarietà.
È evidente che la nascita di un figlio vada a sconvolgere questo tipo di assetto, in particolare rispetto alle prime due dimensioni elencate, ma è altrettanto vero che una buona capacità di “fare squadra”, di tenersi in considerazione l’un l’altra e riuscire a mantenere degli spazi di gratificazione emotiva, sessuale e relazionale a due, possono facilitare questo importante passaggio.

Nel caso non ci si riuscisse da soli, è consigliabile contattare un professionista, proprio nell’ottica di recuperare una soddisfacente vita di coppia e integrarla con la nuova dimensione genitoriale e familiare.

Dott. Davide Garau
Dott. Davide Garau
Il Dott. Davide Garau è Psicologo e Psicoterapeuta specializzato in Terapia Familiare a Firenze. Da anni lavora con bambini e adolescenti con differenti tipologie di disagio. Offre consulenza psicologica e percorsi di psicoterapia individuale, di coppia e familiare.