Un fumetto come cura

Possono i fumetti aiutare le persone ad affrontare e sconfiggere le proprie paure? In alcuni casi sì. Ogni fumetto contiene in sè un messaggio che può essere utile in diverse fasi della vita, in particolare durante l'infanzia e l'adolescenza, ma non solo.

Non a caso da qualche anno psicologi e psicoterapeuti hanno adottato i fumetti come strumento terapeutico, con ottimi risultati. Tutto si basa sul meccanismo dell'identificazione, secondo cui i personaggi diventano l'esempio comportamentale da seguire, permettendo all'individuo di elaborare i propri conflitti interni ed esprimere più facilmente pensieri e emozioni.

Un esempio? A Cesena l'associazione Barbablù organizza laboratori di fumetti con bambini che presentano difficoltà cognitive, lievi forme di autismo, dislessia o disgrafia. Psicologi e logopedisti hanno verificato come grazie allo studio dei personaggi sia più facile per gli alunni concentrarsi e acquisire concetti.

Tra le principali opere prese in considerazione dalla psicologia ricordiamo Dragon Ball, fumetto giapponese ritenuto particolarmente efficace per la sua capacità di stimolare lo spirito competitivo negli adolescenti; i Peanuts, le famose strisce di Schulz più adatte agli adulti, che con ironia e tenerezza rappresenta le nevrosi del genere umano, spingendo le persone alla consapevolezza di sé e all'accettazione dei propri limiti.

Anche Dylan Dog, indagatore dell'incubo, è un fumetto denso di significato. Pagato per scoprire e sconfiggere il "lato oscuro", in realtà egli sembra più amarlo che volerlo eliminare definitivamente. In ogni sua avventura, Dylan Dog cerca non tanto un colpevole, quanto un significato, per dare un senso alla follia del male con cui quotidianamente entra in contatto. Per lui i mostri non sono da temere, ma da guardare in faccia e, a volte, anche da abbracciare: forse sono solo parti di noi che non abbiamo mai ascoltato.