Gravidanza e maternità sono senza dubbio tra gli avvenimenti più importanti della vita di una donna.
Molte neo - mamme (alcuni studi parlano del 10 - 20%) vanno però incontro a momenti di forte difficoltà, nel periodo successivo alla nascita del bambino, che si possono protrarre anche per lassi di tempo non trascurabili.
Generalmente, si parla di depressione post - partum se i sintomi si manifestano dopo la 3° o 4° settimana successiva al parto (prima si preferisce parlare di baby blues).
Ma quali sono questi sintomi?
Perché venga fatta una diagnosi di depressione post - partum, occorre che almeno cinque di questi sintomi si manifestino per non meno di due settimane, mentre questo stato di alterazione dell'umore può protrarsi per un periodo che va dai 3 ai 9 mesi.
Questa condizione non va confusa con lo stress e la stanchezza che la nascita di un bambino, con tutte le sue richieste e necessità, porta naturalmente con sé, né con un preesistente quadro depressivo o ansioso. Nel primo caso, non è necessaria alcuna diagnosi, ma solamente ascolto, rassicurazioni, attenzione e vicinanza. Nel secondo, occorre ovviamente un trattamento specifico.
È fondamentale che la mamma, o chi le sta vicino, non sottovaluti questo disagio. Nel momento in cui ci si accorge dell'insorgenza dei sintomi sopra elencati e del loro perdurare per più di due settimane, è importante intervenire immediatamente, soprattutto per non pregiudicare la relazione madre/figlio, senza trascurare l'impatto che la depressione post - partum può avere sull'intero sistema familiare, compreso il neo - papà.
Tenendo conto delle controindicazioni riguardo l'assunzione di farmaci durante l'allattamento, all'eventuale intervento medico va senz'altro affiancato un percorso psicoterapico, volto al riconoscimento e superamento di questo malessere. È provato che un intervento precoce si associa ad una prognosi più favorevole.